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News and Notes

Un gruppo di culle-tintinnabula del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Riccardo Berriola

Abstract

Le culle-tintinnabula, i cui primi rinvenimenti provengono da corredi di sepolture infantili di Rodi, hanno un’origine databile ai primi decenni del V sec. a.C. Prodotti fittili di piccole dimensioni presentano sulla parte superiore a rilievo una figura di bambino in posizione supina con le gambe raccolte. In seguito questi oggetti trovano larga diffusione e diverse varianti iconografiche sempre in ambito greco1, e solo successivamente, in età ellenistica, nelle regioni dell’Italia centro-meridionale, probabilmente attraverso la mediazione di alcuni dei più rinomati centri apuli per la produzione coroplastica come Egnazia e Taranto, nei cui contesti tombali risultano presenti già dal IV sec. a.C. Vengono ora aggiunti maggiori dettagli al rilievo, quali il lenzuolo, il cappuccio o le fasce del bambino, mentre, talvolta, la figura non rappresenta più semplicemente un qualsiasi mortale fanciullo, ma prende le sembianze di un erote alato.

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Full text

  • 2 Nagy 1988, 229, figg. 232–233, tav. 75.
  • 3 Pensabene et al. 1980, 80, nn. 47–48, tavv. 15–16.
  • 4 Pesetti 1994, 19 e 111, nota 16.
  • 5 Scala 2007, 103, fig. 12.

1Il ritrovamento in aree sepolcrali e l’associazione con altri strumenti di gioco quali figure di animali in terracotta, astragali e conchiglie, hanno poratto a considerarli una sorta di giocattoli utilizzati dal piccolo defunto in vita o deposti per accompagnarlo nel viaggio nell’aldilà. Non si può comunque escludere che si tratti invece di ex-voto connessi alla sfera della maternità e, ancor di più, a quella della protezione dei bambini, a giudicare da diversi altri rinvenimenti non più in ambiti cimiteriali ma in aree sacre e/o votive, come quelli nel tempio della Vignaccia di Cerveteri2, nei depositi votivi del Tevere3, nel Fondo Patturelli di Curti4 e nel santuario in località Loreto di Teano5.

  • 6 Berriola 2014, 16–33; Berriola 2016.

2Le 7 culle-tintinnabula del presente articolo appartengono alla collezione di Raffaele Gargiulo, venduta al museo napoletano il 29 maggio 18556. Il Gargiulo fu uno dei principali protagonisti del mercato antiquario europeo nella prima metà del XIX secolo, probabilmente il più importante commerciante in antichità nel contesto napoletano sin dagli anni ’20 dell’800, famoso ceramista e soprattutto eccellente restauratore di oggetti antichi, ceramiche e bronzi.

3Tutti gli esemplari, cavi internamente ma con un sassolino all’interno per svolgere la funzione di tintinnabulum, risultano formati da due stampi, uno per la parte superiore figurata, l’altro per quella inferiore utilizzata esclusivamente come base.

  • 7 Pesetti 1994, 110–111.

4La produzione di Egnazia, da dove provengono tutti e sette i reperti, trova precise affinità con quelle di Taranto e di Capua7 e viene generalmente datata tra il IV e il III sec. a.C.

  • 8 Eccetto gli inventari 20924 e 25552.
  • 9 Collezione delle leggi e de’ decreti reali del Regno delle Due Sicilie, Anno 1822, Semestre I. Da G (...)

5Da notare che su tutti gli oggetti8, come previsto dal Real Decreto voluto da Ferdinando di Borbone del 13 maggio 18229, è apposto lateralmente o sotto la base un suggello in ceralacca contenente il bollo della Casa reale e la dicitura R. COM. di A. e B. A., “Reale Commissione di Antichità e Belle Arti”, ossia la Commissione di esperti appositamente voluta dal sovrano borbonico per decidere se e quali oggetti potevano essere acquistati dal museo o venduti a terzi da parte di privati commercianti (fig. 1).

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Fig. 1: Bollo della casa reale

Fig. 1: Bollo della casa reale

Le fotografie sono state realizzate dall’autore « Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Museo Archeologico Nazionale di Napoli »

Tipo 1

Inventario: 20924 (fig. 2). Altri inventari: San Giorgio 6522, Gargiulo 92.

7IV-III sec. a.C.

8Dimensioni: alt. m 0.052; lungh. m 0.10; largh. m 0.38.

9Dati tecnici: argilla MUS 7.5YR 7/4 con pochi inclusi bruni; a matrice logora; scarsi resti di ingubbiatura su entrambe le superfici.

  • 10 Palumbo 1986, 65, n. 235.
  • 11 Inv. 2410: Palumbo 1986, 116, n. 492, tav. 30.
  • 12 Necropoli meridionale, Via Umbria, scavo 1979, tomba 121, del III sec. a.C. inv. 49631.
  • 13 Probabilmente miniaturizzazione di un giocattolo: Scala 2007, 103, fig. 13.

10Culla a forma troncopiramidale, con cinque dentelli sui due lati minori. La raffigurazione in rilievo mostra un Eros infante alato, completamente nudo, coricato di profilo verso sinistra, con la testa poggiata su un cuscino, il braccio sinistro piegato con la mano sotto la guancia, il destro piegato all’altezza del mento, le gambe lievemente flesse. Il cranio è completamente liscio e i tratti somatici del volto sfumati per l’impiego di una matrice logora. Sul fondo, completamente non lavorato, un piccolo foro circolare. Trova notevoli affinità con altri esemplari provenienti da Egnazia al Museo di Napoli, con uno da Ruvo10 al British di Londra, con uno da Rudiae11 al Museo di Lecce, con uno da Eraclea12 al Museo di Policoro e con un’immagine d’infante raffigurata su una placchetta fittile dal santuario in località Loreto di Teano13.

11Mutila: manca parte di un dentello; piccolissime sbrecciature sul fondo.

12Bibliografia: Winter 1903, n. 7b, 271; Levi 1926, n. 383, 89; Palumbo 1986, n. 444, 97; Berriola 2014, n. 459, tipo N III a 1.

Fig. 2: Culla-tintinnabulum inv. 20294

Fig. 2: Culla-tintinnabulum inv. 20294

Le fotografie sono state realizzate dall’autore « Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Museo Archeologico Nazionale di Napoli »

Inventario: 20925. Altri inventari: San Giorgio 6523, Gargiulo 93.

13IV-III sec. a.C.

14Dimensioni: alt. m 0.06; lungh. m 0.10; largh. m 0.042.

15Dati tecnici: argilla MUS 7.5YR 7/4 con pochi inclusi bruni; a matrice logora; scarsi resti di ingubbiatura su sulla superficie superiore.

16Integra.

17Bibliografia: Winter 1903, n. 7b, 271; Levi 1926, n. 383, 89; Palumbo 1986, n. 444, 97; Berriola 2014, n. 460, tipo N III a 2.

Inventario: 20926. Altri inventari: San Giorgio 6524, Gargiulo 94.

18IV-III sec. a.C.

19Dimensioni: alt. m 0.053; lungh. m 0.105; largh. m 0.04.

20Dati tecnici: argilla MUS 7.5YR 7/4 con pochi inclusi bruni; a matrice logora; scarsi resti di ingubbiatura e abbondanti tracce di colore rosso sulla superficie superiore.

21Uguale al precedente, eccetto la mancanza del piccolo foro circolare sul fondo.

22Integra.

23Bibliografia: Winter 1903, n. 7b, 271; Levi 1926, n. 383, 89; Palumbo 1986, n. 444, 97; Berriola 2014, n. 461, tipo N III a 3.

Inventario: 21093. Altri inventari: San Giorgio 6975, Gargiulo 545.

24IV-III sec. a.C.

25Dimensioni: alt. m 0.048; lungh. m 0.09; largh. m 0.036.

26Dati tecnici: argilla MUS 7.5YR 7/4 con diversi inclusi bruni e grigi; a matrice logora.

27Simile al precedente, eccetto la mancanza dei dentelli sui due lati minori per il cattivo stato di conservazione e del piccolo foro circolare sul fondo.

28Mutila: mancano quasi del tutto i dentelli sui due lati minori; piccola sbrecciatura all’altezza del braccio destro dell’Eros.

29Bibliografia: Winter 1903, n. 7b, 271; Levi 1926, n. 383, 89; Palumbo 1986, n. 444, 97; Berriola 2014, n. 462, tipo N III b 1.

Tipo 2

Inventario: 20923 (fig. 3). Altri inventari: San Giorgio 6521, Gargiulo 91.

30IV-III sec. a.C.

31Dimensioni: alt. m 0.058; lungh. m 0.107; largh. m 0.042.

32Dati tecnici: argilla MUS 10YR 7/3 con pochissimi inclusi bruni; a matrice logora.

  • 14 Datato al III sec. a.C.: Mollard-Besques, IV, 1986, 64, D 3646, tav. 55, d.
  • 15 Sempre del III sec. a.C.: Pesetti 1994, 113, tipo A I a 1, tav. 19, 1.
  • 16 Vetrina 36, da Curti, fondo Patturelli: Antica Capua 1995, 6263.

33Culla a forma troncopiramidale, con sei dentelli sui due lati minori. La raffigurazione in rilievo mostra un fanciullo completamente nudo, in posizione supina, con la testa poggiata su un cuscino, il braccio sinistro piegato con la mano sotto il capo, il destro disteso lungo il fianco, le gambe lievemente flesse. I tratti somatici del volto sono sfumati per l’impiego di una matrice logora. Fondo completamente liscio. Trova notevoli affinità con altri due esemplari provenienti da Egnazia al Museo di Napoli. Un confronto generico è con un fittile da Taranto14 al Louvre di Parigi e con esemplari da Capua al Museo Campano15 e al Museo di S. Maria Capua Vetere16.

34Integra.

35Bibliografia: Winter 1903, n. 9, 271; Levi 1926, n. 384, 89; Palumbo 1986, n. 444, 97; Berriola 2014, n. 463, tipo N IV a 1.

Fig. 3: Culla-tintinnabulum inv. 20293

Fig. 3: Culla-tintinnabulum inv. 20293

Le fotografie sono state realizzate dall’autore « Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Museo Archeologico Nazionale di Napoli ».

Inventario: 25552 (fig. 4). Altri inventari: 110, San Giorgio 6520, Gargiulo 90.

36IV-III sec. a.C.

37Dimensioni: alt. m 0.06; lungh. m 0.114; largh. m 0.042.

38Dati tecnici: argilla MUS 7.5YR 7/3 con diversi inclusi bruni e grigi; a matrice logora; abbondanti resti di ingubbiatura e tracce di colore rosa sulla superficie superiore.

39Mutila: dentelli e superficie estremamente consunti.

40Bibliografia: Winter 1903, n. 9b, 271; Berriola 2014, n. 464, tipo N IV a 2.

Tipo 3

Inventario: 20927. Altri inventari: San Giorgio 6525, Gargiulo 95.

41IV-III sec. a.C.

42Dimensioni: alt. m 0.062; lungh. m 0.107; largh. m 0.04.

43Dati tecnici: argilla MUS 7.5YR 7/6 con pochi inclusi bruni; a matrice logora; resti di ingubbiatura sulla superficie superiore.

44Tipo simile al precedente, ma con sette dentelli sui due lati minori.

45Integra, con piccole sbrecciature sul fondo.

46Bibliografia: Winter 1903, n. 9b, 271; Levi 1926, n. 384, 89; Berriola 2014, n. 465, tipo N IV b.

Fig. 4: Culla-tintinnabulum inv. 25552

Fig. 4: Culla-tintinnabulum inv. 25552

Le fotografie sono state realizzate dall’autore « Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Museo Archeologico Nazionale di Napoli ».

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Bibliography

Antica Capua 1995. Il Museo archeologico dell’antica Capua. Napoli: Electa Napoli.

Berriola, R. 2014. Les terres cuites figurées de la collection Raffaele Gargiulo au Musée National de Naples: recherches sur le goût et le marché de l'art dans la première moitié du xixe siècle, Thèse pour obtenir les grades de Docteur de l’Université de Paris Ouest Nanterre La Défense (Histoire et Archéologie des mondes anciens) et Dottore di Ricerca in Archeologia dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Nanterre.

Berriola, R. 2016. “Le terrecotte della collezione di Raffaele Gargiulo al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.” Les Carnets de l’ACoSt 14. http://acost.revues.org/874.

Levi, A. 1926. Le terrecotte figurate del Museo Nazionale di Napoli. Firenze: Vallecchi.

Mollard-Besques, S. 1954–1986. Museé du Louvre. Catalogue raisonné des figurines et reliefs en terre-cuite grecs, étrusques et romains. 4 voll. Paris: Réunion des Musées Nationaux.

Nagy, H. 1988. Votive Terracottas from the “Vignaccia”, Cerveteri, in the Lowie Museum of Anthropology. Roma: Giorgio Bretschneider Editore.

Palumbo, M.R. 1986. Le terrecotte figurate di tipo greco in Daunia, Peucezia e Messapia, Galatina.

Pensabene, P. et al. 1980. Terrecotte votive dal Tevere. Roma: Congedo Editore.

Pesetti, S. 1994. Catalogo del Museo Provinciale Campano. VI. Animali, frutti, giocattoli, pesi da telaio. Firenze: Olschki.

Scala, N. 2007. “Il santuario in località Loreto: aspetti del culto femminile.” In In itinere. Ricerche di archeologia in Campania. Atti del I e del II ciclo di conferenze di ricerca archeologica nell’Alto Casertano, edited by F. Sirano, 97–109. Sant’Angelo in Formis: Lavieri.

Winter, F. 1903. Die Typen der figürlichen Terrakotten. 2 voll. Berlino e Stoccarda: Spemann.

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Notes

1 Soprattutto a Smirne, Macedonia e Cipro: Pesetti 1994, 110, nota 5.

2 Nagy 1988, 229, figg. 232–233, tav. 75.

3 Pensabene et al. 1980, 80, nn. 47–48, tavv. 15–16.

4 Pesetti 1994, 19 e 111, nota 16.

5 Scala 2007, 103, fig. 12.

6 Berriola 2014, 16–33; Berriola 2016.

7 Pesetti 1994, 110–111.

8 Eccetto gli inventari 20924 e 25552.

9 Collezione delle leggi e de’ decreti reali del Regno delle Due Sicilie, Anno 1822, Semestre I. Da Gennajo a tutto Giugno. Napoli, 1822, 260–262, n. 223.

10 Palumbo 1986, 65, n. 235.

11 Inv. 2410: Palumbo 1986, 116, n. 492, tav. 30.

12 Necropoli meridionale, Via Umbria, scavo 1979, tomba 121, del III sec. a.C. inv. 49631.

13 Probabilmente miniaturizzazione di un giocattolo: Scala 2007, 103, fig. 13.

14 Datato al III sec. a.C.: Mollard-Besques, IV, 1986, 64, D 3646, tav. 55, d.

15 Sempre del III sec. a.C.: Pesetti 1994, 113, tipo A I a 1, tav. 19, 1.

16 Vetrina 36, da Curti, fondo Patturelli: Antica Capua 1995, 6263.

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Title Fig. 1: Bollo della casa reale
Credits Le fotografie sono state realizzate dall’autore « Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Museo Archeologico Nazionale di Napoli »
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Title Fig. 2: Culla-tintinnabulum inv. 20294
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Title Fig. 3: Culla-tintinnabulum inv. 20293
Credits Le fotografie sono state realizzate dall’autore « Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Museo Archeologico Nazionale di Napoli ».
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Title Fig. 4: Culla-tintinnabulum inv. 25552
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References

Electronic reference

Riccardo Berriola, Un gruppo di culle-tintinnabula del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.Les Carnets de l’ACoSt [Online], 15 | 2016, Online since 02 November 2016, connection on 16 April 2024. URL: http://journals.openedition.org/acost/922; DOI: https://doi.org/10.4000/acost.922

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Riccardo Berriola

Museo Archeologico Nazionale di Napoli
riccardo.berriola@benicultural.it; rberriola@libero.it

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